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COAST TO COAST BIKE TOUR

Pst Blog Heidi Coast to Coast bike tour

DIARIO DI VIAGGIO: Coast to coast bike tour

Con la fine dell’estate si ritorna ad organizzare la vita famigliare: il lavoro di Andre (mio marito n.d.r.), il ritorno a scuola dei ragazzi, il ritorno in pianura.
È stato proprio durante un viaggio di ritorno ai monti, che ricevo un messaggio enigmatico da parte di Orietta. Incuriosita, la chiamo e lei mi propone questa stuzzicante avventura che alcuni amici avevano concluso da poco.
Orietta è un’atleta, di quelle vere, quindi metto le mani avanti: la proposta mi stuzzica non poco, ma non ho certo il suo allenamento!
Per lei è comunque bello partire e si dichiara disponibile ad adattarsi alle mie velocità.
Comincio a fremere! 🙂
Acquisto la guida e scarico i percorsi su Komoot, che avevo già usato lo scorso anno. Scopro che il problema avuto lo scorso anno riguardo la visione dei percorsi durante la marcia, é facilmente risolvibile: basta scaricare le tracce off line.
A piccoli passi inizia la nostra organizzazione: le biciclette, le borse, l’abbigliamento, il viaggio di andata e ritorno.
E l’entusiasmo va crescendo.

Il viaggio

Quanti altri viaggi verso Ovest!

Mi vengono in mente i pionieri americani della del West, ma anche Kerouac, la Road 66, il cammino di Compostela, il cammino dei Magi che seguono la stella cometa. Tutti questi viaggi verso Ovest, devono pur avere un senso!

E’ così che abbiamo cominciato a pensarci, a preparare le biciclette e l’abbigliamento. Ed è stato un viaggio fantastico.

E’ andando in bicicletta, o a piedi, che impari meglio i contorni di un paese; devi sudare nelle salite e scendere a ruota libera nelle discese. (cit.)

E’ mettendoti alla prova, che scopri qualcosa di te, che ancora non conoscevi.

E allora via!

 

Il coast to coast si sviluppa da Ancona ad Orbetello, davanti all’Argentario, passando per Assisi ed Orvieto, da mare a mare, quindi.
Per l’avvicinamento optiamo per il treno. Partenza a Padova al mattino presto, arrivo ad Ancona in tarda mattinata, pronte per l’inizio della pedalata.
Scegliamo il treno che ci permette di caricare le biciclette con un piccolo supplemento e ci consente un ritorno, seppure a tappe, da Orbetello a Padova, senza dover tornare sui nostri passi.

Giorno 1

Padova-Ancona, in treno

Da Ancona a Filottrano
51 km – 1280 disl.

VISTA DA OSIMO

L’arrivo ad Ancona é facile, il treno regionale veloce permette l’entrata e l’uscita agevolata, grazie all’assenza degli scalini e la sistemazione delle biciclette in apposite postazioni.
Fatichiamo un po’ a trovare la strada per uscire da Ancona, ma ben presto le strade si fanno tranquille e salite e discese ci portano allo splendido mare del Conero.
Impariamo subito che ogni discesa va ripagata con una relativa salita e già nella prima tappa ci rendiamo conto che la nostra idea di fare una tappa e mezza al giorno, richiede un considerevole impegno.
Dopo esserci bagnate con l’acqua dell’Adriatico, a Portonovo, riprendiamo la strada sotto un caldo sole. In lontananza qualche nuvola nera, ci fa pedalare con vigore. Siamo fresche e testiamo ben presto la qualità delle salite verticali nell’arrivo ad Osimo. Dall’alto la vista è veramente panoramica e grazie ad un cartellone scopriamo dove ci aspetta la fine tappa, nel paese di Filottrano.
Arrivate alla meta, una fitta pioggia ci fa cercare riparo e un’ottima birra ci da ristoro.
La pioggia dura poco; raggiungiamo l’ostello per la notte ed un locale per la cena. È lunedì ed i ristoranti sono tutti chiusi, per fortuna un fornitissimo panificio ci prepara una pizza, prima di chiudere.
Le persone che incontriamo sono veramente disponibili. Vedendoci girare a vuoto, un ragazzo, da un poggiolo illuminato, ci chiama e ci indica l’ottima soluzione per la cena. La proprietaria del panificio ci lascia mangiare in tranquillità, ben oltre l’orario di chiusura, tanto lei, dice, ha da fare a preparare per l’indomani.

Giorno 2

Da Filottrano a Pioraco
70 km. 2107 disl.
All’entrata dell’ostello conosciamo altri due bikers, Stefano e Antonio, un Veronese ed un Trentino che si sono conosciuti in un sito di viaggi e stanno facendo il primo percorso insieme.
Decidiamo di viaggiare insieme, visto che le nostre tappe sono molto simili alle loro. Ed è così che la compagnia si arricchisce.
Treia, Pitino, San Severino Marche. Le gambe macinano chilometri ed i nostri occhi si riempiono di colori, di profumi, veicolano sensazioni. I pensieri si perdono tra i campi di girasole e mi godo tutte queste magnifiche sensazioni.
Nel pomeriggio affrontiamo l’impegnativa salita al monte Sant’Apollinare, poi si scende e si risale a Camerino, che il terremoto ha reso deserto.
Salta agli occhi il lavoro solerte dei vigili volontari, arrivati da tutt’Italia, per mettere le strutture in sicurezza, in attesa di lavori strutturali più profondi. Nel frattempo la popolazione si è spostata, chi nella zona nuova, chi nelle strutture prefabbricate.
La tappa di conclude, ancora una volta, con una salita poderosa che dalle cartiere di Fabriano sale verso Piòraco.
Il Giardino ci accoglie e ci ristora con un’ottima cena: gnocchi al ragù di cinghiale, tagliolini al tartufo, coniglio e arrosto di vitello placano i nostri stomaci.
Ancora una volta è la gentilezza e l’ospitalità a farla da padrone.

Giorno 3

Da Prioraco a Bevagna
81 km 1455 disl.

ASSISI

Ancora salite, ancora discese. Borghi e cittadine curate si susseguono. Splendida Nocera Umbra e poi l’arrivo ad Assisi, dove una visita della Basilica ci riempie gli occhi. È l’opera dell’uomo a rendere magnificenza: l’arte, l’architettura, l’ingengeria, il culto del frate francescano.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Bevagna e su consiglio di amici pernottiamo al Monastero. Le camere sembrano proprio quelle spoglie dei monaci, ma il giardino, l’accoglienza ed il ristorante sono meravigliosi.

Giorno 4

Da Bevagna a Orvieto
75 km 1513 disl.
Ancora una volta il profilo altimetrico ci confonde. La media non sembra male, ma i tratti presi singolarmente sono veramente impegnativi.
In più ci mettiamo del nostro…optiamo per una strada che ci porta a Todi che è letteralmente verticale. Orietta, la mitica, rimane in sella. Io scendo e spingo, ma la fatica, anche spingendo la bici carica, è davvero tanta!

REST IN TODI

 

PIAZZA DEL POPOLO, TODI

Todi è proprio carina e la piazza del popolo, considerata una delle piazze più belle d’Italia, é attorniata da costruzioni antiche e di grande pregio.
Lasciamo la casa di Iacopone, ancora un po’ provati dalla salita ed optiamo per un percorso meno mosso, che segue la valle del Tevere.

DUOMO DI ORVIETO

L’arrivo a Orvieto nell’ora dell’aperitivo, ci regala la magnificenza della facciata baciata dal sole e ci lascia a bocca aperta: che bella l’Italia!
In un baretto in piazza, notiamo atri due ciclisti: ci informiamo sul loro percorso. Come noi, sono partiti ad Ancona, ci scambiamo informazioni sul pernottamento e condividiamo un’ottima cena.
Noi troviamo ospitalità in uno splendido appartamento a lato del duomo; arredato con molto gusto dall’artista del legno Michelangeli.

Giorno 5

Da Orvieto a Manciano
80 km con 1700 disl.

LA TERRA DEL TUFO

I chilometri cominciano a farsi sentire. Lasciamo l’Abruzzo per entrare nel Lazio dove troviamo il lago di Bolsena, con il suo paesino a scalini, le viette strette, le case curate del quartiere medievale.
Il percorso continua in Toscana tra campi e filari di uva. È il triangolo del tufo, delle testimonianze archeologiche etrusche.

Giorno 6

Da Manciano a Talamone
83 km 372 disl.

IL MAREEEE!!

La campagna maremmana ci porta al mare. Da Albinia prendiamo la striscia di terra della Giannella, che ci porta in Argentario, sbuchiamo nella riserva della Feniglia e finalmente arriviamo ad Orbetello.
Chiediamo indicazioni per assaporare le rinomate orate e ci fermiamo ai Pescatori a festeggiare il nostro giro.
Gli amici incontrati lungo il cammino rientrano, chi con la macchina e chi in treno.
Noi allunghiamo ancora un po’ la strada, fino a Talamone, dove ci godiamo il tramonto su un mare punteggiato di windsurf e di kite.
Alle spalle della spiaggia, troviamo facilmente il campeggio che ci ospita in un piccolo, ma assai gradevole bungalow.

Il rientro

L’ultimo giorno è dedicato al rientro. La partenza del treno prima delle 7, ci obbliga alla sveglia di buon ora è ancora con il buio ci dirigiamo alla stazione che dista pochi chilometri.
Arriva un vecchio treno, senza posto per le biciclette e le aggiustiamo alla ben e meglio cercando di non bloccare troppo il passaggio. Il treno si riempie molto, abbiamo da fare, ad ogni fermata, a permettere la salita di altri viaggiatori ed altre biciclette.
Finalmente arriviamo a Firenze, cambio a Faenza, arrivo a Bologna e infine ultimo treno per Padova.
Mentre Orietta prosegue ancora in treno con direzione Primiero, io mi fermo a Padova e sotto una leggera pioggia pedalo languidamente verso casa.
Ho addosso la stanchezza di questi sei giorni, ma anche la meraviglia dei posti incontrati, la gentilezza di tante persone, quel senso di libertà che la bicicletta ti può regalare.
Non ultimo la scoperta di una compagna di viaggio preziosa.
E nei nostri sogni ci sono già nuovi viaggi! 🙂

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Scritto da Heidi Zorzi

Diventare Mental Coach, mi ha aiutato a comunicare con i miei figli, con i miei allievi, in modo sempre più chiaro ed efficace, e aiuta loro a sviluppare autostima, motivazione, consapevolezza, che sono condizioni importanti sia nello sport, sia, soprattutto, nella vita.

15 Ott, 2021

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